venerdì 31 agosto 2012

Non c'è rimedio a se stessi.

« L'universo è infinito quindi, magari, esistono infiniti lei, infiniti me, che vivono vite diverse.» 
« Mi piace quest'idea, vuol dire che da qualche parte è tutto a posto. E io sto bene. »

Il peggior nemico, l'autosabotaggio continuo, il fattore scatenante.
E mi ripetono: - E' un disagio emotivo;

continuano a dire: - Devi risolvere i tuoi conflitti interni;
osano dire: - C'è gente che sta peggio.
Certo, ci sono persone che muoiono fucilate, altre che nascono a pezzi - impiccate a un cordone ombelicale o premature o semplicemente troppo stanche per sgusciare fuori dall'utero - altre ancora che si portano a spasso un tumore, un cucciolo di AIDS, un borsetta firmata leucemia. C'è un sacco di gente che sta peggio.
Ma quando, per sentirti meglio, devi rivolgere lo sguardo verso i bassifondi della vita significa che non c'è via d'uscita. Se per farti piacere i tuoi capelli devi guardare un calvo, non hai speranze. Non hai niente, tranne un sapore acido in bocca. 

Io mi rifiuto di offendere in questo modo chi ha davvero una ragione per soffrire, preferisco tenermi le mie patologie e annaffiarle con le piccole catastrofi quotidiane, considerandole per quello che sono: niente di fatale, solo torture senza sosta che stanno paralizzando la mia esistenza da anni. 
E da anni non sono che un surrogato di persona.
Davvero, vorrei evitare di fare piagnistei simili, vorrei essere una di quelle persone che si sfogano e corrono a ridere per la nuova luce che illumina la loro vita, ma non ci riesco. 

- E' normale, soffri di una depressione congenita: è questione di neurotrasmettitori. 
Yuppie. 
- Smettila col sarcasmo e prendi le pillole. Cosa ti lamenti a fare, se fai di tutto per non guarire.
Io voglio essere normale. Voglio solo un po' di serotonina in più, delle noradrenaline funzionanti e stabili. Non posso pensare che tutto questo non finirà mai. Non posso prendere in considerazione il fatto di non poterci fare niente.
- Anni di psicologo per niente, soldi buttati: non ce lo potevi dire prima?

E come diavolo potevo saperlo? Come diavolo facevo a sapere che qualcuno, in chissà che ramo della nostra squallida e maciullata famiglia, avesse un gene difettoso? Come diavolo faccio ad accettarlo? 
Autolesionismo.
Anoressia.
Bulimia.
Attacchi di panico.
Insonnia. 
Ipersonnia. 
Io li ho fatti tutti. Tutti. 
E ora mi venite a dire che è "normale", che sono destinata a girare in tondo per sempre?

Quei momenti in cui cominci a credere nelle dimensioni alternative, dove tutto è capovolto e le tue smorfie sono sorrisi. Dove Tu vieni investito da un tram, Tu scoppi per autocombustione e Tu ti becchi la sifilide, mentre mi guardi sorseggiare il tè delle cinque. 

Piove e vado a bagnarmi i capelli, perché mi mancava quest'umidità fredda, settembrina, salubre, consolatoria. 
Piove e vado a leggere in giardino, perché ora, quando faccio cose senza senso, la gente mi guarda sussurrando: "Beh, che ci vuoi fare, è malata".
Non sanno che non c'entra assolutamente niente, non sanno quanto trovi divertente la loro ingenuità. La loro compassione assortita. Le loro pacche sulle spalle che vogliono solo constatare se la mia pelle sia come la loro.

Mi sembra di vivere in un mondo di matti: sono una depressa patologica? Perfetto, se è così, lo sono da sempre. Questo non mi ha mai impedito di andare a una festa e divertirmi come un'idiota. Di fare sesso e sentirmi felice. Di bere un caffè sotto i portici ed essere in pace col mondo. 

Il fatto è che non ci capisco più niente. 

Ah, ora mi controllano: posso mangiare solo davanti ad uno specialista, che mi raziona il cibo e quasi m'imbocca.
Sono ingrassata per via dell'alimentazione "sana". Vorrei seppellirmi. Vorrei ammazzare chiunque abbia una laurea in psichiatria. Vorrei essere lasciata in pace e avere la possibilità di sbagliare. Avere la possibilità di distruggermi nel modo che desidero.


A parte questo, tutto uno schifo. 

Scusate se sono mancata tanto. 

2 commenti:

  1. Wow.
    Sono senza parole. Pe la tua storia e per il modo in cui scrivi.
    Ti seguo,
    Lilies

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  2. hei, mi fa piacere risentirti! i tuoi post mi incantano...forse perchè mi ci rivedo, forse perchè capisco quel girare in tondo..anche se io l'ho sempre configurato come un continuare a sbattere la testa sul muro, è una cosa snervnte e svilente, e ancor più peggiore sono i sensi di colpa perchè "io che ho tutto mi lamento e quelli che non hanno nulla no" beh si mi sono odiata a volte credendomi superficiale e viziata. purtroppo queste nostre battaglie sono reali così come i dolori che ci provocano..ho pianto tanto, troppo, mi sono sentita morire, mi sono sentita sola e incompresa e questo è quanto. è il binge, ma sicuramente anche il mio modo di essere, di tormentarmi sempre...magari se non fosse stato il cibo l'avrei fatto con qualcosaltro e ad oggi sinceramente mi sono rotta le palle di pensare che non ho motivi per abbattarmi, se mi sento morire non ci posso fare niente, posso cercare di reagire ma tentare e ritentare alla fine è estenuante. Tutto questo per dirti che non sei la sola ad arrovellarsi su queste cose fino a sentirsi scoppiare, l'unica cs che devi fare e che realmente funziona è continuare a respirare. CONTINUA A RESPIRARE perchè solo così continui a vivere e ad andare avanti. Respira e lasciati scivolare tutto!

    Ti stringo, Jess

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Isegoria.