mercoledì 18 aprile 2012

65.4


Di cui cinquantuno in Daygum Protex.
Sei come un tatuaggio psicologico, nel frattempo. Manchi ad ogni centimetro di me, ed il pensiero che una rivelazione ti possa colpire - che tu possa capire di non volermi lì, nella città dei nostri sogni, (un tempo solo miei, poi riscoperti dentro di te, poi solo tuoi, ed ora ancora nostri) - mi angoscia a dismisura.
Sento lo stomaco chiedere pietà e gli sputo dentro caffè amaro, ridendo come una disperata.
In fondo, la disperazione ha sempre occupato gran parte della mia indole.
Vedo futuri incerti, voglio un corpo perfetto, spero in un carattere migliore.
So che esisti e sei con qualcun altro, vorrei potermi vendicare della tua assenza, ma non trovo la forza - o le capacità? - di fare niente.
Odio l'umidità che penetra nelle ossa, odio avere male ai piedi a fine giornata, odio le ore vuote, le persone spente. Tutto è pervaso da un buio irraggiungibile, ed io vorrei farmi luce.
Un po' per te, un po' per i miei obbiettivi.
Un po' perché sei il primo dei miei obbiettivi.

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Isegoria.