lunedì 10 settembre 2012

Post it.

Rotolavo da un blog all'altro - talvolta commentando, talvolta limitandomi ad annuire e comprendere ogni singola virgola dei vostri discorsi, (vedendomici talmente nitidamente da farmi tremare le mani) - quando mi sono chiesta: e il mondo, il mondo dove diavolo è?
Nel frattempo, la vita scorre. 

Le autostrade sono intasate, i negozi riaprono, la pioggia scorre e il sole brilla: ma la gente che incrociamo, le persone con cui abitiamo, quelle che amiamo... Loro dove sono? Cosa vedono?
Io guardo M. e vedo una persona perfetta - etimologicamente parlando: vedo qualcosa di completo, che non necessita di aggiunte, tagli o correzioni . guardo mio padre e vedo la sua angoscia per un lavoro instabile, guardo mia madre e vedo la sua mania per l'ordine. Guardo i miei amici e li vedo con una birra in mano, pronti a passare alle canne e agli alcolici pesanti. Guardo il tabaccaio e vedo un ragazzo sorridente, con gli occhi stanchi.
Guardo e vedo. 

Non sono più perspicace della media, ma vedo che c'è un malessere per tutti: riesco a capire se una persona è senza speranze o se, pur rimanendo in bilico fra il baratro e la libertà, può essere salvata. E dal primo momento in cui noto tutto ciò, mi sforzo di fare qualcosa. 
Che sia far loro capire che ho visto, che sia dar loro una mano: mi muovo, esisto, ci sono. 
Il mio sguardo dice: "Okay, se non ne vuoi parlare va bene, ma sappi che sono qui". Il loro dice: "Afferrato". 
I miei gesti dicono: "Cerco solo di farti stare meglio, so che ne hai bisogno". I loro dicono: "Va bene."

Non sono altruista, sono un essere umano.
Ho un'indole abbastanza egocentrica, per dirla tutta. 

Ma il mondo dov'è finito?

Leggendo i nostri blog, sembra di stare in una rete fognaria: viviamo dove nessuno può toccarci, in un universo sotterraneo dove le paure vengono condivise e le speranze alimentate. Viviamo sotto il rumore dei clacson, sotto il vociferare dei politici, sotto i genitori che bisticciano per i soldi del nostro corso di nuoto, sotto i fidanzati che vanno in palestra. 

Come Cristo è possibile che nessuno riesca a vedere? Queste parole - ogni nostra parola - sono immense. Gigantesche, grondano potenza da tutti i pori. Anche quando descriviamo la nostra camera da letto comunichiamo dolore. E. Sono. Solo. Parole. Sono solo pixel. 

Come deve suonare la nostra voce? Che aspetto dobbiamo avere? Quanto bene dobbiamo saper fingere per passare così inosservate?

Nubi di frustrazione. C'è davvero qualcosa che non mi torna. C'è davvero qualcosa di marcio.
E non siamo noi. 
E' tutto il resto.

Forse siamo solo il prodotto di quel Tuttoilresto, le scorie che finiscono nel cesso e vengono dimenticate. 

Sono allibita. E lunatica, perché solo ora mi viene voglia di arrabbiarmi.
L'ho sempre saputo e sempre pensato: ma solo ora sento il bisogno di scriverlo. 


La verità è che odio chi fa finta di non vedere.

4 commenti:

  1. Far finta di non vedere è estremamente più semplice,non c'è nemmeno bisogno di fingere troppo bene.

    Grazie,ti seguo anche io e mi fa piacere averti 'scoperta' (:

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  2. Vorrei che mi vedessi ..
    per dirmi se sono senza speranze o da considerare una ancora salvabile.

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  3. La gente è terribilmente egoista e SUPERFICIALE e chiude gli occhi volontariamente... Il termine "empatia" non significa niente per tante, troppe persone.
    Che mondo di merda!

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Isegoria.