domenica 15 aprile 2012


Mi sento in trappola, il corpo stesso è un coperchio asfissiante che non riesco a scostare: vedo solo grasso, vedo solo calorie, vedo solo muri di cemento armato.
Provo una nostalgia straziante per le ossa che mi bucavano la pelle, che spuntavano col sorriso al mattino, salutandomi e adulandomi, facendomi credere di essere finalmente tutt'uno col mondo.
Vorrei poter buttare fuori quest'imbottitura che non mi appartiene, vorrei poter urlare. Non è colpa mia, è lo stres. Non è colpa mia, è la vita, è la frenesia, è il cuore a pezzi, è solo fragilità.
Non è colpa mia, è colpa tua.
Io sapevo interiorizzare al meglio il dolore, sapevo renderlo vorace e passionale: lo indirizzavo verso scopi sempre più utili, sempre più validi.
Tu l'hai alimentato, e ora è più grande di me. Ora è ingestibile.
Ora è tutto ingestibile, fuori controllo.
Sono fuori controllo.
Mangio biscotti come fossero l'ultimo scoglio a cui potersi appigliare per non venire trascinata via dalla corrente. Mi guardo lo stomaco e li vedo lì, sottoforma di orrore: allungo la mano per toccarmi le costole e fatico a trovarle.
Flash. Io che vago per i corridoi di un negozio per trovare una maglia che non metta troppo in risalto la mia magrezza eccessiva e subitanea. Flash. Io che comincio questo disastro; io dopo la notte più stomachevole della mia vita, verita e tremante - nuda dentro - sola come un cane. Io che scendo le scale, stringendomi i fianchi per il freddo, ma troppo fiera del mio corpo per coprirlo col maglione extra-large di qualcuno. Io che vedo il banchetto della sera prima, coperto di alcolici semivuoti, frittate di spaghetti, biscotti al limone, torte d'ogni sorta - quasi tutto pieno di calchi dentali sconosciuti, quasi tutto abbandonato per qualcosa di migliore -, io che guardo con disgusto e bramosia, io che avevo vomitato in bagno nel tentativo di non vederti mentre mi cacciavi dalla tua vita per fare posto a Lui, io che chiudo gli occhi. Io che allungo le mani e comincio a trangugiare, divorare, lacerare con i denti. Va tutto bene, poi ricomincerai come prima. E' solo oggi, oggi lo puoi fare. Devi compensare, devi riempire questo vuoto maledetto. E' solo oggi.
Ma il vuoto è rimasto, tu sei ancora là - in quella schifosissima camera riscaldata, fra quelle schifosissime coperte azzurre - e io continuo a piangere dall'altra parte della casa, saltellando fra le braccia di chiunque. Il dolore che manda su di giri.
Io sono ancora spaccata a metà, e una parte di me cerca di rincollare i cocci con il cibo. L'altra trema e muore, piano.

Ridammi le mie ossa.

2 commenti:

  1. Commento solo per avvertirti che ho letto tutti i tuoi post.
    Meravigliosi.
    elle

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  2. ho letto tutti i tuoi post e questo è forse il migliore.
    voglio sapere di più, ma devo aspettare perché tu mi racconti.
    d'altronde per me è solo una storia malinconica, ma per te?
    è la tua vita. mi sa proprio che dovrò aspettare.
    ti stringo fortissimo,
    vì.

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Isegoria.